Prato – il distretto è vivo

Andrea Cavicchi, presidente Confindustria Toscana Nord: «Vedo segnali positivi».

Così La Nazione affronta il bilancio dell’ultimo decennio nei distretti toscani.

Prato, 17 gennaio 2016 – «Le conseguenze della doppia recessione del 2008/2009 e 2011/2012 sono in via di smaltimento anche sotto il profilo della redditività. A Prato i dati dei bilanci 2015 confermano che il distretto è vivo, che negli anni successivi al 2009 ha intrapreso un percorso di recupero sia del fatturato che della redditività e che gli imprenditori stanno sostenendo questo percorso con mezzi patrimoniali». Così Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord, a commento dell’analisi dei bilanci nel decennio 2005-2015 messo a punto dal Centro studi. Sotto la lente di ingrandimento le società di capitali manifatturiere attive: a Prato sono state analizzate 920 società. Nel distretto si registra un miglioramento della marginalità operativa lorda (Mol), pari al 6,7% nel 2015. In miglioramento il Roa (return on assets), al 5,28% rispetto al 4,99% del 2014. La redditività netta (Roe) è passata dal 6,55% del 2014 al 7,1% del 2015: un risultato scaturito dall’ulteriore contrazione del costo dell’indebitamento e dalla moderata dinamica delle imposte.

«La condizione di maggior debolezza reddituale interessa alcuni comparti del conto terzi, con la nobilitazione e le filature cardate», dice Cavicchi. Nel 2015 le società di capitali tessili, abbigliamento e meccanotessili hanno proseguito lungo il sentiero di recupero dei ricavi in aggregato, ma con un passo più lento rispetto a quello registrato nel 2014 (+1,26% contro 5,23%). I costi esterni – consumi, servizi, locazioni – e quelli relativi al personale hanno presentato una dinamica inferiore rispetto ai ricavi. Il progresso più rilevante dei ricavi è venuto dal meccanotessile con un +9,46%. Tra i produttori tessili si sono distinti i produttori di filati con una variazione (+4,4%) più significativa di quella dei tessuti speciali e per arredamento (+2,1%) e dei produttori di tessuti (+1,5%).

I ricavi dei terzisti tessili sono in leggera contrazione (-1,15%), alla quale ha fatto riscontro una dinamica di costi esterni in più spiccata flessione (-2,49%). In calo (-1,40%) i ricavi delle società di capitali d’abbigliamento con gli accessori che hanno registrato un +4,9% sul 2014 e + 125% rispetto al 2005. La migliore performance reddituale è deagli accessori con un Roe del 16,55%. Seguono i produttori di filati al 10,29%, il meccanotessile al 9,83%, i maglifici al 9,18%, i produttori di tessuto al 7,49%, i confezionisti al 6,81%, i tessuti speciali e per arredamento al 6,79%. Le ultime due posizioni vanno alle filature cardate con una redditività netta al 5,17% e alla nobilitazione con un 2,15% . E’ proseguito il rafforzamento patrimoniale: in presenza di una crescita media degli investimenti pari al 2,5% nel 2015 (+11,9% rispetto al 2010), il patrimonio netto è cresciuto del 4,41% (+21,4% rispetto al 2010) e l’autonomia finanziaria si è portata al 36,4% rispetto al 36,2% del 2014 (34,2% del 2010).